La storia di Mama Mima

Tutto è cominciato a gennaio 2017, quando Seyud Gne Gne, uno dei ragazzi che lavora nella cucina del mio ristorante mi ha detto che stava per andare a trovare la famiglia in Burkina Faso. Per scherzo ho detto “Gne Gne, quasi quasi vengo anch’io a vedere la tua Africa”. Una frase uscita così, frutto di un guizzo d’istinto e seguendo quell’istinto sono partito.

L’impatto all’arrivo nella capitale Ouagadougou è stato molto forte: polvere, sporcizia, caos e tanta povertà. Ho deciso di trascorrere la prima notte in albergo…albergo, se così lo si può definire…per lavarmi ho utilizzato un recipiente e una ciotola.

Il mattino seguente siamo partiti per Sanounokou, il villaggio di Gne Gne, con un pulmino sgangherato dove, tra i passeggeri, c’era pure una capra (naturalmente viva!!). Le sensazioni che provavo erano un misto di curiosità ed agitazione: non riuscivo neppure ad immaginare cosa mi stesse aspettando.

Dopo 5 ore di buche, caldo, polvere e odori di varia natura, finalmente siamo arrivati al villaggio: lo spettacolo cui mi sono trovato davanti mi ha riportato alla mente le “corti de ‘na volta” dove, attorno ad una casa, qui capanna, trascorrevano la loro vita interi nuclei famigliari, uomini, donne e tanti, tantissimi, bambini, che impauriti da me anche per il colore bianco della mia pelle, piangevano.

La prima cosa che decisi di fare è stata una bella doccia, che ovviamente là non esisteva, per cui mi accontentai di un secchio d’acqua di dubbia provenienza.

'Non importa - mi convinsi - sono in Africa, farò con quel che c’è…'

Altra sorpresa è stata alla fine della “doccia”: il notare con stupore che nel villaggio non c'era la corrente elettrica, niente 'luce', solo semplici torce a batteria, ha fatto balenare nella mia mente un’idea: sono qui e voglio fare qualcosa, qualcosa di semplice e concreto: il giorno seguente ho comprato due pannelli solari, un accumulatore, luci varie e cavi. Dopo due giorni, luce fu….

Dopo la luce nella mia testa avevo un unico pensiero: cosa posso fare ancora per questo villaggio?

Rientrato in Italia dopo 12 giorni di lavoro, visita ai villaggi vicini e alla capitale, ho conosciuto Enrico Fongaro, per me e per loro “MacGyver”. Enrico si è fatto subito contagiare dai miei racconti nati dalla straordinaria esperienza in Africa ed insieme abbiamo iniziato a raccogliere fondi per costruire un pozzo e portare l’acqua al villaggio in modo da migliorare le condizioni sanitarie e permettere l’avvio di piccole coltivazioni.

Al secondo viaggio verso il Burkina non ero solo, con me c’erano anche Enrico, i primi fondi raccolti e un sogno da realizzare! Eravamo elettrizzati! Tuttavia, trovare l’acqua in Africa si è dimostrata un’impresa più difficile del previsto. Il primo tentativo a 120 metri non ha portato a nulla…solo terra, niente acqua…Ma noi non ci siamo arresi. Abbiamo aspettato qualche giorno e cambiato posto, il rabdomante e poi…non vi posso neppure descrivere la felicità che abbiamo provato io ed Enrico quando a 65 metri di profondità abbiamo trovato una fonte di acqua potabile che produce 7500 litri/ora!

Dopo l’acqua, abbiamo installato altri pannelli fotovoltaici e una cisterna da 3000 litri ed il gioco, a quel punto, era fatto: siamo riusciti a dare inizio alla coltivazione dell’aloe, della moringa (una pianta commestibile che possiede un notevole interesse dal punto di vista nutrizionale), dei pomodori e di altri ortaggi.

Soddisfatti ed entusiasti facciamo ritorno a casa con il cuore colmo di gioia, così abbiamo deciso di continuare a raccontare l’Africa, cercando di creare un team di persone che ci potesse aiutare a realizzare l’obiettivo successivo: la costruzione di un asilo.

Tra banchetti in diverse città, l’organizzazione di qualche festa e il contributo di tantissimi amici che hanno deciso di destinare i fondi dei regali di Natale o dei loro compleanni alla nostra causa, abbiamo raccolto una somma che ci consente di cominciare.

A gennaio 2018 arriva il momento del terzo viaggio in Burkina Faso, questa volta siamo partiti in 3 (io, Enrico, Michele Peron): davanti a noi 18 giorni e un altro sogno da realizzare. L’idea di costruire l’asilo è nata vedendo quanti bambini vivono nel villaggio e la difficoltà delle mamme che, per accudirli, non possono lavorare.

Abbiamo iniziato parlando con il capo villaggio e il sindaco, affinché ci dessero il permesso di costruire in un posto specifico e ottenuto il via libera abbiamo comperato un motocarro per il trasporto di acqua e materiale per la costruzione.

Sistemata la parte burocratica e organizzativa, abbiamo iniziato i lavori: siamo partiti con le fondamenta seguendo il progetto fatto da un mio carissimo amico, l’Architetto Stefano Tognetti. Per la costruzione dell’intero asilo ci è stato fatto un preventivo di 25.000 €, un po’ troppo rispetto al budget che eravamo riusciti a raccogliere, per cui abbiamo deciso di procedere costruendone solo una parte.

Tornati nuovamente in Italia, abbiamo organizzato la spedizione di un container con alcuni materiali necessari: vestiti, cisterne per acqua, reti ombreggianti per l’orto, water e un fuoristrada, gentilmente donato dal Gruppo Ceccato Automobili.

Abbiamo continuato ad organizzare varie attività di raccolta fondi, tantissime altre associazioni ci hanno supportato, come i ragazzi della Sant’Anna Race, del Mik-B day e il Comune di Thiene che ci ha dato la possibilità di vendere panettoni e uova pasquali di beneficienza durante alcuni spettacoli della rassegna teatrale.

Nonostante in molti ci avessero sconsigliato di andare in Burkina Faso a causa degli attentati e dei rapimenti, siamo ripartiti: non ci siamo fatti condizionare dalla paura. L’asilo ha cominciato a prendere forma; inoltre iniziando a conoscere il luogo, abbiamo chiesto agli abitanti se potevano realizzare una piccola corte, con una costruzione sia per noi che per le persone che in futuro vorranno provare a fare una vacanza solidale. La corte “Oasi Mama Mima” è interamente costruita con argilla e finiture in legno, ha il tetto di paglia, 1 palapas centrale, 4 camere, 2 docce e uno spogliatoio.

A marzo di quest'anno sono partito per altri 12 giorni. Il container spedito prima della partenza è arrivato con il carico completo: un vero sollievo. Dopo aver verificato l’andamento dei lavori ho posto le basi per dei nuovi progetti: piantagioni di arachidi, piantagioni di aloe, produzione di olio di Moringa e produzione di saponi al burro di Karitè.

A questo punto immagino possiate chiedervi: “Perché il vostro gruppo fa tutto questo?”

Semplice: ci piacerebbe insegnare a queste persone un mestiere, aiutarli nell’aprire delle attività e renderli indipendenti nella loro terra natale.

Sono felice e fiero di aver avviato il progetto “Oasi Villaggio Mama Mima”, nato poco dopo la scomparsa di mia mamma, Mimma e di aver trovato in Enrico un supporto inarrestabile.

Sapere che con il nostro sostegno stiamo aiutando qualcuno che non ha avuto la fortuna di nascere in Italia è molto gratificante. Tuttavia, se devo essere proprio sincero, sono convinto che stiano dando più loro a noi. Con la loro ospitalità, i loro sorrisi e l’amore dei bambini ci insegnano tutti i giorni che si può essere felici con poco.

Come sapete non sono solo in questa avventura, quindi permettetemi di ringraziare tutte le persone che in questi anni hanno creduto in questo progetto: Enrico e Sonia Fongaro accompagnati da tutta la loro Famiglia, Paola Bagattin, Michele Peron, Anna, Arianna e tutti gli amici che dedicano un po’ di tempo all’Associazione. Le nostre ragazze social Anna Casasola e Marta Dalle Carbonare di Studio 12.23, i nostri sponsor, la Fam Chemello (Tramarossa), Francesco Dalla Rovere, Alex Bertollo, Gruppo Ceccato Automobili, Artex, Architetto Stefano Tognetti e tutte le persone che con il loro contributo ci hanno aiutato a raggiungere questi primi traguardi.

E un grazie particolare al Comune di Thiene, al Sindaco Giovanni Casarotto e a tutto il suo staff che mi ha dato l’opportunità di parlare con voi e che sostiene attivamente questo sogno chiamato Mama Mima.

Se volete unirvi al progetto, contattateci!

 

Il villaggio

'Mama Mima' è un progetto che si propone di portare ad autonomia il villaggio di Sanounokou, un piccolo centro abitato di circa 800 persone situato tra Tenkodogo e Garango, a sud est della capitale del Burkina Faso.

L'associazione Oasi Villaggio Mama Mima, quindi, non vuole limitarsi ad inviare denaro ma punta a creare tutte le condizioni minime necessarie affinché gli abitanti di Sanounokou possano costruire il proprio futuro nell'ottica di uno sviluppo sostenibile.

Per leggere lo statuto dell'Associazione in versione integrale, clicca qui.

Le coltivazioni

Siamo già riusciti a fare molto... un pozzo per l'acqua, una pompa che funziona grazie a dei pannelli fotovoltaici e che riempie una cisterna da 3000 litri, e da lì a partire con le prime coltivazioni, il passo è stato breve. Abbiamo iniziato con l'Aloe Vera e la Moringa, particolarmente adatte per il tipo di terreno presente nel villaggio. Subito dopo abbiamo dato avvio alla coltivazione degli ortaggi che sembrano gradire particolarmente il clima locale, tanto che ora ne crescono a sufficienza per il consumo dell'intero villaggio e anche per la vendita ai villaggi vicini.